Sono diventata un medico seguendo le orme di mio padre – un ginecologo di altri tempi e maniere, molto stimato nella sua Messina – la cui passione era così grande e gli impegni tanti e tali, da non avermelo fatto avere accanto quanto avrei voluto.
Certamente il suo esempio ha condizionato il mio futuro, lui mi vedeva coinvolta e ne era fiero. Avrò avuto dieci anni quando mi ha regalato il libro I grandi uomini della medicina; l’ho letto e riletto fino a consumarlo, se mai avessi avuto un dubbio sul mio futuro le storie dei protagonisti hanno contribuito a dissiparlo.
Dopo la laurea, ho scelto Ginecologia e Ostetricia perché la ritengo una delle discipline mediche più complete e affascinanti. Come altre racchiude in sé la prevenzione, la diagnostica e la terapia – sia medica che chirurgica – oltre a darti il privilegio di poterti occupare di nascita e di gravidanza, uno dei momenti più belli e delicati nella vita della donna.
Terminata la specializzazione, mi sono trovata di fronte a un’altra scelta, quella di dover decidere dove piantare le radici del mio lavoro, anche se questo significava spiantare quelle con la mia terra d’origine.
La prima esperienza lavorativa si è svolta a Padova – uno stage annuale presso la Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università degli Studi – a cui è seguita una parentesi di due anni nell’Ospedale di Messina per poi ri-trasferirmi in Veneto, in questo caso a Vicenza, dove tuttora sono.
Con il passare degli anni, ho maturato una grande esperienza – nella diagnostica prenatale invasiva (villocentesi e amniocentesi), nell’ecografia ostetrica di screening e di secondo livello, nella gestione delle gravidanze ad alto rischio per patologia materna e fetale – fino a diventare, nel 2016, responsabile del Servizio di Medicina Prenatale dell’Ospedale San Bortolo.
Pur avendo effettuato migliaia di diagnosi prenatali, non smetto mai di sorprendermi del miracolo della vita, di questo minuscolo essere umano che è presenza viva, che cresce e crea i primi legami con l’esterno attraverso i suoni, le voci e le emozioni che gli giungono.
L’avvento di nuove tecnologie, sempre più sofisticate, ha portato a un ampliamento delle possibilità diagnostiche e di screening, rendendo a volte più complesso il percorso informativo da parte di noi sanitari e decisionale da parte della donna/coppia.
L’esperienza aiuta anche in questo, a fornire sulle possibili opzioni una corretta informazione – che dev’essere oggettiva, scientifica, rispettosa e non giudicante – per permettere una scelta libera e consapevole alla donna/coppia.
Ci sono gravidanze che, per vari motivi, mi danno pensiero e preoccupazione, ma nella maggior parte dei casi sono percorsi ricchi di gioia che viene trasmessa anche a me.
La bellezza di quel momento resta indelebile nella memoria di chi la vive, quindi mi capita spesso di “veder crescere” quei bambini e bambine nel corso degli anni, nei racconti delle loro madri che restano o diventano mie pazienti; tutto questo mi riempie di affetto.
Dall’inizio dell’anno 2023, pur mantenendo il mio ruolo all’interno dell’Ospedale di Vicenza, inizio una collaborazione con Woman Clinic occupandomi di Ginecologia, Ostetricia e Diagnostica Prenatale.
Mi è stato rivolto questo invito dal dr. Patrelli e l’ho accettato di buon grado, anche perché è una sorta di ritorno in famiglia. Molti dei professionisti del poliambulatorio sono infatti stati, o sono ancora, miei colleghi al San Bortolo. Condividerò con loro non solo gli spazi ma tanti proficui scambi di esperienze, nell’ottica di centralità della paziente e di multidisciplinarità tipica del Poliambulatorio.