Alla fine del Settecento, in Contrà Canove Vecchie a Vicenza, aveva sede la redazione del Giornale Enciclopedico, un periodico di tendenza impegnato “a diffondere la letteratura moderna d’oltralpe e a riunire attorno a un comune programma di spregiudicato aggiornamento le forze migliori dell’intelligenza del tempo” fondato, diretto, editato e stampato da Elisabetta Caminer Turra.
Elisabetta era nata il 29 luglio 1751 a Venezia ed era figlia d’arte. A Venezia, il padre Domenico – storico e giornalista assai attivo – aveva diretto alcuni importanti giornali importanti, come la Nuova Gazzetta Veneta, Diario Veneto ed Europa Letteraria.
Anche il fratello Antonio seguì le orme paterne, così come la cognata Gioseffa Cornoldi Caminer, che fondò il primo periodico al femminile La donna galante ed erudita. Giornale dedicato al bel sesso.

In collaborazione con giornalisti d’oltralpe, la redazione Caminer offriva al lettore stralci di notizie storiche, novità letterarie e scientifiche, anedotti, tutti tradotti dalla vivace penna di Elisabetta, divenuta sempre più capace grazie ad un serrato studio principalmente autodidatta.
La govane età, il carattere indomito, l’ingegno e la bellezza fuori dal comune, le fecero guadagnare ben presto una nutrita filza di ammiratori, tra cui il medico e naturalista vicentino Antonio Turra, scienziato di fama europea e autore di numerosi studi scientifici.

Direttore dell’Orto del Vescovo e Segretario della Pubblica Società Agraria di Vicenza, socio dell’Accademia Fisico-Botanica di Firenze, aggregato dell’Accademia delle Scienze di Berlino, si sposò con la Caminer nel giugno 1769. Il matrimonio non cambiò la vita alla Caminer, anzi, al contrario il Turra le accordò una libertà di pensiero, di azione e una complicità inconsueti per il tempo. Goethe, durante la sua permanenza a Vicenza, fu loro ospite e riservò garbate parole nei confronti della coppia.

L’incontro con l’abate Alberto Fortis, segnò una tappa fondamentale nel percorso culturale di Elisabetta Caminer. Insieme riuscirono a trasformare Europa Letteraria, nato come uno dei tanti periodici di informazione letteraria e bibliografica, in un foglio di tendenza.
Il padre si accorse tardi che la figlia era riuscita a scardinare l’originaria impostazione puramente informativa a favore di un’apertura più europea, come quella dei grandi giornali stranieri.

Nel 1773, Europa Letteraria decretò la chiusura mentre, contemporaneamente, veniva annunciata l’uscita del Giornale Enciclopedico, opera sempre dei Caminer, padre e figlia, questa volta con sede a Vicenza.
Elisabetta ne assume il ruolo di direttrice, affidando la parte tipografica allo stampatore vicentino Francesco Modena e ampliando il fronte delle collaborazioni, in vista di un allargamente dell’orizzonte culturale.
Oltre alla firma del Fortis, il giornale poteva contare su quelle di Toaldo e di Lorgna (Scienze Matematiche), di Domenico Caminer (Storia), di Agostino Vivorio e Giovanni Scola (Scienze filosofiche), di Sibiliato, Giulio Trento, Antonio Dondi dall’Orologio, Lorenzo Tornieri.
Anche l’avvocato vicentino Giovanni Scola, uno dei più lucidi e radicali ingegni dell’Illuminismo veneto, affiancò la Caminer nella direzione del Giornale, spronandola ad abbandonare la linea di prudenza del padre e fare del suo giornale un periodico moderno e nuovo, come non si era mai visto nel territorio. La scelta non tardò a produrre gli effetti negativi della censura, controlli sempre più pressanti costrinsero il Modena prima, gli altri editori poi, a sciogliere la collaborazione.
Nel 1780, convinto il marito all’impresa, aprirà a Vicenza una Tipografia Turra, in contra’ Canove, diventandone anche l’editore e stampatore.
Forte della sua cocciutaggine e dell’appoggio incondizionato del consorte, Elisabetta Caminer potette dedicarsi ad un impegno culturale ed editoriale di più vasto respiro, collegato anche con le forze più vive e battagliere della nuova cultura italiana.

Di fronte a questi cambiamenti, l’accordo con lo Scola giunge al termine, mentre si andarono a risaldare i precedenti con l’abate Fortis. Per evidenziare il passaggio di consegne nella direzione, dal gennaio 1783 il giornale diventerà il Nuovo Giornale Enciclopedico

Gli avvenimenti di Francia segnano la drammatica conclusione di ogni illusione riformista.
Gli animi e gli intelletti più accesi, sconvolti dai profondi e radicati rivolgimenti politici, abbandonano via via l’avventura editoriale, compreso il Fortis. Elisabetta Caminer si trovò sola, privata della vivacità e del coraggio sempre dimostrato nelle precedenti edizioni. Se prima la tendenza era quella di anticipare gli eventi, di pungolare, di stimolare gli animi, il Nuovo Giornale Enciclopedico si trasformò in un fedele raccoglitore di notizie. Le vicende politiche e la censura avevano sortito i loro effetti, obbligando la redazione ad adottato una linea di condotta sobria e banale, tesa ad imbastire tra loro solo notizie erudite e scientifiche.

Arroccata su posizioni sempre più difensive, incapace di confrontarsi con gli avvenimenti che la sovrastavano, la Caminer spostò i suoi interessi anche in altri campi, tutte in qualche modo riconducibili al suo primario obiettivo riformatore. Apprezzata traduttrice, soprattutto di opere teatrali che largo spazio trovarono nelle scene di Venezia,si dedicò anche a opere pedagogiche per bambini, ragazzi e donne.

Costruitosi un teatrino nella sua casa di Contra’ Riale, di dedicò a insegnare recitazione a un gruppo di ragazzi e a curare un salotto letterario che animerà un decennio di vita vicentina.

Nel 1795, le venne dignosticato un tumore alla mammella e venne operata da un chirurgo di Padova. L’intervento di rimozione non ebbe però l’effetto sperato. Nel giugno 1796, dopo molte sofferenze, la sua vita si concluse ad Orgiano, presso la villa del conte Fracanzan, un suo caro amico.
Fu sepolta a Vicenza, nella Chiesa di Santo Stefano.


L’articolo è tratto da una schedatura finalizzata alla scoperta e valorizzazione di personaggi femminili vissuti a Vicenza tra il 1200 e il 1800, curata da Martina Rini e Sonia Residori nel 2001.
È stato pubblicato per la prima volta in VIewmagazine (inverno 2002/03).
Dalla schedatura sono state realizzate – personalmente dalle autrici – alcune pagine di Wikipedia, tra cui quella dedicata a Elisabetta Caminer Turra. Il lavoro è sfociato in una mostra in Basilica Palladiana (Vicenza).  
Questo articolo è stato arricchito da informazioni tratte da Enciclopedia Treccani.