Si dice neomamma e subito si immaginano sorrisi, gioia e serenità, ma sappiamo che spesso non ci sono solo vissuti positivi.
Può capitare, infatti, a tutte le neomamme, dopo il parto, di vivere momenti di tristezza, episodi di maggiore labilità emotiva, paure, pianto, vissuti d’incertezza e dubbio relativi al nuovo arrivato e alle proprie capacità: ciò è collegabile all’assestamento ormonale, psicologico e di ruolo che ogni neomamma si trova a vivere (può anche succedere alle mamme già esperte, anche se con minore incidenza). Questi momenti di difficoltà solitamente vanno via via risolvendosi e tendono a migliorare fino a estinguersi nelle due settimane dopo il parto (per qualche mamma anche tre). In questi casi è fondamentale la rete di supporto familiare e sociale, e l’avere dei riferimenti professionali con cui confrontarsi per valutare la situazione e intervenire, se necessario, nel modo migliore possibile per contenere il disagio, rassicurarsi ed evitare che il malessere evolva in quadri di maggior intensità.
A volte, in media una neomamma su sette può sperimentare vissuti di ansia e depressione di rilievo clinico per cui è necessario un intervento specialistico. 
E’ importante prendersi cura del disagio emotivo e psicologico che una neomamma sperimenta, sia per il benessere della stessa, sia per il benessere del bambino; alcuni studi dimostrano, infatti, che disturbi di questo genere presenti nel periodo perinatale (quello incluso dalla 28esima settimana di gestazione al 28esimo giorno di vita del neonato) possono interferire con lo sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino. Anche per questo una diagnosi precoce è molto importante.
«Doversi prendere cura di sé e del proprio figlio, sovente riposando poco e vivendo uno stravolgimento temporaneo ma intenso della propria quotidianità, può provocare un senso di ansia e inadeguatezza nella neomamma» spiega la dott.ssa Giovanna Cortiana, psicologa e psicoterapeuta in Woman Clinic. «Preparare entrambi i genitori a gestire correttamente quel momento, interpretandone anche sensazioni e reazioni psichiche, è fondamentale per capire se si tratta del cosiddetto baby blues (i cui sintomi compaiono generalmente nei giorni successivi al parto e possono persistere per 1-2 settimane, migliorando gradualmente e spontaneamente) oppure di una vera depressione post partum. Il mio consiglio è di non sottovalutare il proprio sentire e di parlarne con il proprio partner e con il proprio medico ginecologo: in questi casi la tempestività è importante per contenere e far rientrare prima il malessere. In base alla situazione specifica, è possibile riprendersi e rasserenarsi attraverso dei colloqui psicoterapici. Se necessario, intervenire quanto prima con un approccio terapeutico combinato sarà utile per aiutare il processo di guarigione e ripristinare un buon livello di benessere».