Sono il dottor Arrigo Dianin, mi occupo di prevenzione e cura delle malattie – con l’aiuto dell’alimentazione e delle piante – e di Idrocolonterapia, pratica che eseguo anche in Woman Clinic.

In Medicina Naturale è fondamentale l’uso dell’Acqua, è un elemento purificatore indispensabile per la vita e lo è anche per riportare l’equilibrio in ambito intestinale. Attraverso l’Idrocolonterapia, un lavaggio delicato della parte terminale dell’intestino, è possibile eliminare le feci presenti in quel tratto, ridurre gli spasmi intestinali e l’infiammazione della parete, ricambiare la flora batterica alterata e promuovere, nonchè ripristinare, i normali movimenti colici. Ognuna di queste azioni è utile per gestire i disturbi intestinali più frequenti.

Mi sono laureato in Medicina e Chirurgia nel 1986 e nella Clinica Cardiologica di Padova ho iniziato a muovere i primi passi della mia carriera, ma quasi subito ho sentito la necessità di seguire una linea di ricerca personale. Ciò è coinciso con la decisione di adottare un sistema alimentare a base vegetale, ritenendola una premessa per il recupero della propria salute fisica e mentale. Partendo quindi da un’esperienza personale, mi sono rivolto allo studio della dieta e di ogni metodo naturale che potesse prevenire e curare le malattie, dedicando molto del mio tempo alla Fitoterapia, sia nella ricerca – in collaborazione con alcune aziende italiane – che nella diretta applicazione clinica sul malato.

Il mio interesse si è poi sviluppato intorno al Counseling nutrizionale e alla centralità dell’apparato digerente come punto di partenza di molte malattie e, di conseguenza, anche della loro cura.
Come ipotizzato da Ippocrate 2500 anni fa, recenti studi hanno dimostrato che le infiammazioni dei tessuti delle pareti gastriche e intestinali sono la causa scatenante di moltissime patologie e aggravano tutte le altre. Possibile che anche il nostro umore, perfino disturbi e malattie mentali possano essere influenzati dall’intestino?

Sembra una stranezza, ma è l’ipotesi di ricerca su cui stanno lavorando da alcuni anni diversi gruppi di scienziati e sulla quale anch’io sto indagando da tempo.
Più di 25 anni fa, quando ho accolto la tecnica dell’idrocolonterapia tra le mie possibilità terapeutiche, essa non era insegnata, non c’erano linee guida a condurla e soprattutto non si capiva se fosse effettivamente necessaria. Nel corso delle sedute – il trattamento dura circa un’ora durante la quale ho modo di confrontarmi con le pazienti – avevo avuto la netta sensazione che tra i loro vissuti e le loro patologie vi fosse un comune filo rosso, un filo conduttore che dovevo riuscire ad individuare per poter fronteggiare adeguatamente i sintomi.

Essendo un disturbo prevalentemente femminile, con la collaborazione di una collega psicologa ho condotto un test su 250 donne che soffrivano di stitichezza. Abbiamo sottoposto a loro un questionario su caratteristiche del comportamento, arrivando a delineare, una volta elaborati i risultati del campione, una serie di tratti psicologici comuni. Le accomunavano specifici comportamenti come la necessità di ipercontrollo, eccessivo senso del dovere, la difficoltà a lasciarsi andare, a fidarsi degli altri e di vivere la propria vita con leggerezza. L’abitudine a trattenere le emozioni e gli stimoli, alla fine si era tramutata anche nel trattenersi ad andare in bagno. Invece è fondamentale assecondare lo stimolo quando si presenta! Bloccarlo può causare l’instaurarsi di un circolo vizioso che può portare a stitichezza e a un rapporto conflittuale con la defecazione.

L’idrocolonterapia può essere un valido aiuto in molte di queste situazioni. Essendo una tecnica meccanica – consiste nel riempimento dell’intestino con acqua, a cui fa seguito uno svuotamento di materiale fecale residuo – rende possibile una forma di fisioterapia, di recupero dei movimenti intestinali. Sfatiamo però il mito che questa sia una tecnica per “pulire” l’intestino, è un concetto sbagliato! Stiamo parlando di un organo che non dev’essere pulito, dev’essere semmai riequilibrato nella sua mobilità e contenuto.

Ho implementato le mie cure con una competenza specifica nell’interpretazione dei test più avanzati sul microbiota fecale, in appoggio con una ditta che è uno spin-off dell’Università di Parma.
 Conoscere a fondo l’ecosistema intestinale – si è calcolato che l’intestino umano sia colonizzato da qualcosa come 100 trilioni di batteri – mi permette di intervenire su buona parte di tutti i disturbi funzionali dell’intestino e di infezioni genito-urinarie ricorrenti.

Attraverso alcune sedute di idrocolonterapia e una gestione corretta della nutrizione, nonchè l’apporto di alcuni integratori che possono essere naturali o elevati al rango di farmaci, si riescono a riequilibrare situazioni veramente importanti.
Nel tempo ho affinato la tecnica per renderla il più possibile sopportabile a tutti gli intestini, ce ne sono di estremamente delicati. Attraverso la regolazione dell’introduzione di acqua, possiamo completare il carico di tutto il colon, resettando il microbiota intestinale e favorendo i naturali movimenti fisiologici. Abbiamo ormai la consapevolezza che nell’intestino risieda un secondo cervello. Solo recentemente si è potuto dimostrare l’importanza della rete dei circa 500 milioni di neuroni presenti nell’apparato gastrointestinale, tutti con specifiche funzioni, comprese quelle relative all’attivazione ritmica e coordinata dei movimenti tipici della peristalsi. È un sistema nervoso enterico, in grado di agire in modo autonomo rispetto al sistema nervoso centrale (composto da cervello e midollo spinale), ma rimanendo comunque in comunicazione. Secondo alcuni filoni di ricerca, è addirittura l’intestino il nostro primo cervello, cioè il più antico e primitivo in termini evolutivi. Il mio compito consiste quindi nel riuscire a mettere in collegamento i due cervelli, in modo che possano collaborare in modo positivo. Nei casi più complessi, ritengo necessario dover essere affiancato da un psicoterapeuta.