Il termine “vulvodinia” indica un dolore cronico localizzato nell’area vulvare e persistente da 3 a 6 mesi. La vulvodinia può essere cronica, continua, intermittente o episodica. Può essere spontanea (non causata da alcun fattore noto) o può manifestarsi in risposta a uno stimolo tattile (dolore provocato). Può essere generalizzata (estesa a tutta l’area vulvare) o circoscritta all’area vestibolare (si parla allora di vestibolite vulvare).
È una patologia più diffusa di quanto non si pensi. I dati raccolti (in una fascia d’età dai 18 ai 64 anni) dimostrano un 16% di donne colpite, ma i numeri potrebbero essere ben diversi. È una patologia poco nota anche a molti medici, c’è quindi il ragionevole dubbio che tante vulvodìnie non siano state riconosciute come tali.
Trattandosi di una sindrome, i sintomi possono essere compresenti e non necessariamente tutti insieme. I principali sono:
– lieve sentore di fastidio
– bruciore
– irritazione
– sensazione simile a microtaglietti
– sensazione di secchezza
– sensazione puntoria o pulsatoria
– sensazione di tensione e/o stiramento
– sensazione di ricevere una coltellata durante il coito
– gonfiore più o meno accentuato alla vulva
Il grado di dolore dei sintomi va da nullo (può essere asintomatica) ad insopportabile (quando anche semplici attività, come camminare e sedersi, risultano problematiche a svolgersi).
È quindi una patologia che può avere effetti importanti sulla qualità della vita, a livello lavorativo, relazionale e intimo. In merito a quest’ultimo aspetto, la vulvodinia può portare alla dispareunia (presenza di dolore molto forte durante i rapporti sessuali) causando ripercussioni gravi sulla sfera intima di una persona e sulla vita di coppia.
Pur essendo un disturbo molto diffuso, può richiedere anni per essere diagnosticato; questo perché i sintomi o non sono riferiti tempestivamente al medico dalle donne o non vengono riconosciuti subito dal professionista, per scarsa preparazione sull’argomento.
I professionisti di Woman Clinic conoscono a fondo la vulvodinìa.
Sanno che le sue componenti sono prevalentemente organiche, ma in parte anche di natura psicologica.
Per questo, a seguito di una diagnosi basata su una completa anamnesi e un accurato esame obiettivo in sede di visita ginecologica, la donna può essere presa in carico anche da altri professionisti (neurologo, fisioterapista, psicologa, sessuologa) ciascuno di essi chiamato in causa per la sua specifica esperienza, ma collaborante con gli altri.
La Riabilitazione Perineale proposta dalla dr.ssa Emiliana Molinari può dare il suo importante contributo nell’ambito della disfunzione muscolare del pavimento pelvico che può essere causa, conseguenza o sostenere la vulvodìnia. Tale disfunzione muscolare si identifica in una condizione definita “overactive”, termine che identifica una condizione di ipertono di base e/o iperattività presente durante le attività funzionali del pavimento pelvico stesso. Anatomicamente, le fibre antero-mediali del muscolo pubococcigeo formano, nella donna, il muscolo pubovaginale; quelle posteriori del pubococcigeo formano una una sorta di “fionda” attorno alla parte terminale del retto. Nella vulvodìnia, si è notata una contrazione anomala di questo muscolo che può diventare contrattura e causare mialgia, ossia dolore avvertito verso la metà e il lato della vagina. Questa condizione causa ipossia insufficiente presenza di ossigeno nei tessuti) che di rimando stimola la produzione di sostanze proinfiammatorie, causando altro bruciore e dolore.
Nel corso delle sedute, la dott.ssa Molinari provvede a spiegare alla paziente la relazione esistente tra i suoi sintomi e la componente muscolare del pavimento pelvico, al fine di favorire il processo di percezione e consapevolezza del distretto interessato. Successivamente, vengono fatte una serie di valutazioni, tra cui quella muscolare del pavimento pelvico e dei Trigger Points. Le sedute prevedono tecniche di massaggio esterno, massaggio a stripping, compressione ischemica dei trigger points, release e stiramento, tecniche di rilassamento post isometrico ed esercizi in posizioni di detensione del pavimento pelvico.
Alle pazienti vengono insegnate alcune tecniche da eseguire in autonomia, come l’automassaggio perineale, gli esercizi di respirazione e quelli di Kegel reverse.
Per alcune forme di vulvodinìa viene consigliato anche il trattamento con MonnalisaTouch – rivoluzionario laser presente in Woman Clinic – un valido strumento di integrazione farmacologica e terapico già in uso per altre patologie.
La vulvodìnia è quindi una patologia infiammatoria complessa, ma con il corretto approccio terapeutico, come quello proposto in Woman Clinic, si può guarire nel giro di alcuni mesi.
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